Il periodo ipotetico, o costrutto condizionale, è una struttura formata da due frasi: una parte descrive la condizione, l’altra la conseguenza.
L’ordine delle due parti della frase può essere invertito, il che significa che possiamo iniziare una frase ipotetica con una condizione o, al contrario, con l’enfasi sulla conseguenza.
Per questo motivo, trae in inganno imparare “ok, quindi nella prima parte si usa sempre il congiuntivo e nella seconda parte sempre il condizionale”.
Come per tutto, è consigliabile capire bene cosa vogliamo esprimere con una struttura, piuttosto che impararla a memoria.
Vediamo tutte le varie possibilità:
- Periodo ipotetico della realtà: descrive qualcosa di reale, un’ipotesi facilmente realizzabile nella realtà.
Se vado a Roma, vedo il Papa (= ne sono sicura)
Indicativo presente + indicativo presente
Indicativo futuro + indicativo futuro
Indicativo presente + imperativo
- Periodo ipotetico della possibilità: descrive qualcosa di possibile. Un’ipotesi non necessariamente reale in questo momento, ma possibile.
Se andassi a Roma, vedrei il Papa (= è una teoria. Io posso andarci, e posso non andarci)
Congiuntivo imperfetto + condizionale presente.
- Periodo ipotetico dell’ impossibilità: descrive qualcosa di impossibile. Un’ipotesi non realizzabile nel passato né nel presente.
Se fossi andata a Roma, avrei visto il Papa (= ma non ci sono andato, quindi non l’ho visto)
Congiuntivo trapassato + condizionale passato.
- Periodo ipotetico misto: a metà strada tra il periodo ipotetico della possibilità e dell’impossibilità, descrive qualcosa la cui conseguenza è oggi, adesso, ora.
Se fossi andata a Roma, oggi sarei a Piazza Di Spagna (= ma non ci sono andata, quindi oggi non sono lì)
Tutto chiaro? Allora direi che è ora di fare un po’ di pratica. 🙂